17 giugno, 2012

LA FINANZA NON ESISTE



L’economia, ovvero la gestione razionale delle risorse, esiste, è un fatto, un qualcosa di reale. Ma, quando oggi parliamo di economia, cosa intendiamo? Quando vediamo i media parlare di spread,  di bot, di mercati finanziari; quando sentiamo esperti, professori e giornalisti riempirsi la bocca di formule matematiche incomprensibili a sostegno di fantomatici modelli di crescita, siamo proprio sicuri che stiamo parlando di qualcosa che riguarda la gestionerazionale delle risorse del pianeta?
L’articolo 25 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo recita così: “Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.” Tuttavia oggi è universalmente risaputo che se un uomo non possiede sufficiente denaro non può assolutamente nutrirsi ne avere una casa o curarsi in maniera adeguata. L’unica legge che governa il mondo oggi e che permette di decidere chi può morire di fame e chi di obesità è solo la legge del profitto. Non solo tale legge non è equa, ma sta letteralmente causando il folle disfacimento delle risorse ecologiche ed umane del nostro pianeta; si, umane, perché l’uomo è una risorsa, una parte dell’organismo mondo che dovrebbe vivere in sintonia con l’ambiente che lo ospita.
Ma allora che razza di modello economico è questo? Tale inespugnabile fortezza economico-finanziaria, non sembra piuttosto l’emblema dell’anti-economia? Spogliamoci dei preconcetti appresi dai media e talvolta purtroppo anche dai cattivi docenti di scuole e università: Economia non è sinonimo di finanza!
La finanza è un astrazione, un gioco, una bolla di sapone. L’economia non ha a che fare con lo spostamento di enormi somme di denaro, l’economia ha a che fare con le risorse.
Facciamo uno sforzo, apriamo gli occhi, ricominciamo a comprendere cosa in questa terra ha un valore reale e cosa invece è solo un effimero castello di sabbia. L’agricoltura ad esempio produce valore, è definita settore primario non solo perché viene prima degli altri in ordine cronologico, ma perché è il settore più importante e lo è per tutte le economie in termini di spazio e tempo.
Oggi un’infinità di persone aspirano a lavorare ai piani alti di multinazionali che operano nei settori della finanza. Un dipendente Goldman Sachs guadagna anche 600.000 dollari l’anno. Ma questi lavori hanno per caso più dignità e meritano più rispetto del lavoro del contadino? Io credo di no, e anzi ritengo che se un manager smette di fare il suo lavoro, al massimo ci potranno essere meno entrate da parte di un gruppo finanziario, ma se un contadino smette di coltivare la terra, il manager non mangia e non mangiamo neanche noi!
“Diveniamo consapevoli e saremo protagonisti dell’economia: un’economia antropocentrica, un’economia ecologica, un’economia a misura del nostro pianeta”

03 giugno, 2012

Cerchio del grano del 2 Giugno 2012 (Inghilterra)









ANALISI


Orologio Polare

Crediamo che la formazione del 2 Giugno, 2012 assomiglia ad un orologio polare.
Si tratta di una sorta di orologio che mostra non solo l'ora, ma anche la data. Per analizzare il messaggio illustrato nella formazione, abbiamo prima dovuto ruotare l'immagine:



Dopo di che, abbiamo usato l'applicazione PolarClock3
(by PixelBreaker http://blog.pixelbreaker.com/polarclock).

Poi abbiamo impostato la data e il tempo in modo che l'orologio polare visualizzato sul nostro monitor era lo stesso di quello della formazione nel grano.




Poiché la ripresa aerea non è stata presa perpendicolarmente alla formazione, non siamo sicuri dell'ora visualizzata, ma pensiamo che almeno la data può essere considerata corretta.
Quando si confrontano le immagini, si può vedere che la formazione indica l'ora e la data seguente:

19:43:53 Sabato 4 Agosto 2012

Non abbiamo idea di cosa questo particolare momento potrebbe significare.
Questa potrebbe essere una data in cui aspettarci qualcosa d i nostri amici paranormali?

I registi della National Geographic erano la, dove questo nuovo crop circle è apparso e hanno intervistato diversi ricercatori.

Potrebbe essere Sabato 4 Agosto la data in cui uscirà il loro ultimo documentario "debunking crop circles" in prima serata TV?
Possiamo solo aspettare e vedere, perché il calendario della National Geographic di Agosto non è ancora stato reso pubblico.


02 giugno, 2012

2012-2013: Ecco cosa succederà


Gli insider predicono 5 giorni di ferie bancarie in Europa prima della fine dell’Euro, il Renminbi (moneta cinese; ndt) potrebbe sostituire il dollaro USA nel mese di settembre

La resa dei conti finale nella guerra finanziaria in atto appare imminente. Il BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa; ndt) e l’alleanza di 140 nazioni si stanno preparando ad offrire di comprare tutti i dollari statunitensi in contanti e sostituirli con una nuova moneta sostenuta da un paniere di materie prime, compresi i metalli preziosi; secondo molte fonti.

Dopo questo movimento, nessun denaro stampato dal sindacato del crimine americano, la Federal Reserve Board, sarebbe accettato come moneta dal gruppo dei 140 Paesi. Tutto ciò porterebbe alla fine dei giochi la Cabala criminale che ha preso il potere illegalmente negli Stati Uniti.

Prima di questa mossa però, ci saranno cinque giorni di ferie bancarie in Europa, a cui seguirà la fine dell’Euro e la reintroduzione delle vecchie monete nazionali come il Marco e la Dracma; dicono fonti della famiglia Rothschild.

La situazione, tuttavia, rimane estremamente volatile e ci sono segni di manovre pericolose e finali da parte della Cabala.

In Giappone, il tentativo di creare il panico sul terrorismo nucleare a Fukushima, attraverso i media controllati dai cabalisti, è accompagnato da rinnovate minacce di deflagrazione atomica.

01 giugno, 2012

Euro: la fine della moneta unica


In ogni crisi economica arriva un momento di chiarezza. In Europa, presto, milioni di persone si sveglieranno e si renderanno conto che l'euro-come-lo-conosciamo non c'è più. Li attende il caos economico.

Per capire perché, prima spogliatevi delle vostre illusioni. La crisi Europea fino ad oggi è stata una serie di presunti "decisivi" punti di svolta, ciascuno dei quali si è rivelato essere solo un altro passo giù verso il burrone. Le prossime elezioni del 17 giugno in Grecia sono un altro momento del genere. Benché le forze cosiddette "pro-bailout" possano prevalere in termini di seggi parlamentari, una qualche forma di nuova moneta presto invaderà le strade di Atene. E' già quasi impossibile salvare l'appartenenza della Grecia alla zona euro: i depositi fuggono dalle banche, i contribuenti ritardano i pagamenti delle imposte, e le aziende posticipano il pagamento dei loro fornitori - sia perché non possono pagare sia perché si aspettano che presto potranno pagare in dracme a buon mercato.

La troika della Commissione Europea (CE), Banca Centrale Europea (BCE), e Fondo Monetario Internazionale (FMI), non si è dimostrata in grado di riportare la Grecia a una prospettiva di ripresa, e qualsiasi nuovo programma di prestiti incontrerà le stesse difficoltà. Con un'evidente frustrazione, il capo del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, ha osservato la scorsa settimana, "Per quanto riguarda Atene, penso anche a tutte quelle persone che cercano continuamente di sfuggire al carico fiscale."

L'empatia di Ms. Lagarde si sta esaurendo, e questo è un peccato – soprattutto perché il fallimento Greco dimostra quanto sia sbagliata una moneta unica per l'Europa. La reazione Greca riflette l'enorme pena e difficoltà connessa al tentativo di organizzare una "svalutazione interna" (un eufemismo per grandi tagli salariali e di consumi) al fine di ripristinare la competitività e ripagare un eccessivo livello di indebitamento.

Di fronte a cinque anni di recessione, a oltre il 20 per cento di disoccupazione, a ulteriori tagli, e a una serie di promesse non mantenute dai politici dentro e fuori il paese, una reazione politica sembra del tutto naturale. Con i dirigenti del FMI, i funzionari Europei, e i giornalisti finanziari che fanno ventilare l'idea di una "exit Greca" dall'euro, chi ora potrebbe investire o firmare contratti a lungo termine in Grecia? L'economia della Grecia può solo peggiorare.

Alcuni politici Europei ora ci dicono che nelle condizioni attuali un'uscita ordinata della Grecia è possibile, e che la Grecia sarà l'unico paese ad uscire. Si sbagliano. L'uscita della Grecia è semplicemente un altro passo in una serie concatenata di eventi che conduce verso una dissoluzione caotica dell'eurozona.

Durante la prossima fase della crisi, l'elettorato Europeo aprirà bruscamente gli occhi sui grandi rischi finanziari che gli sono stati imposti nei tentativi falliti di mantenere in vita la moneta unica. Se la Grecia abbandona l'euro entro la fine dell'anno, il suo governo andrà in default per circa 300 miliardi di euro di debito pubblico estero, compresi i circa € 187 miliardi dovuti al FMI e al Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria (EFSF).

Ancora più importante, e attualmente meno evidente per i contribuenti Tedeschi, la Grecia probabilmente andrà in default di 155 miliardi direttamente nei confronti del sistema dell'euro (composto dalla BCE e dalle 17 banche centrali nazionali dell'eurozona). Questo include 110 miliardi di euro forniti automaticamente alla Grecia attraverso il sistema dei pagamenti Target2 - che gestisce le transazioni tra le banche centrali dei paesi che utilizzano l'euro. Come i depositanti e gli istituti di credito fuggono dalle banche Greche, qualcuno deve finanziare questa fuga di capitali, altrimenti le banche Greche fallirebbero. Questo ruolo viene assunto dalle altre banche centrali dell'area dell'euro, che hanno a disposizione dei fondi ingenti, con i saldi riportati nel conto Target2. La maggior parte di questi prestiti è, in pratica, fatto dalla Bundesbank, dal momento che la fuga di capitali si dirige per lo più verso la Germania, anche se tutti i membri del sistema euro condividono le perdite se ci sono dei default.

La BCE ha sempre negato con veemenza di aver assunto dei rischi eccessivi nonostante le sue politiche di finanziamento sempre più largo. Ma soltanto tra Target2 e gli acquisti diretti di obbligazioni, i crediti del sistema dell'euro sui paesi periferici in difficoltà ammontano a circa € 1.100 miliardi (questa è la nostra stima basata sui dati ufficiali disponibili). Che equivale a oltre il 200 per cento del capitale (in senso lato) del sistema euro. Nessuna banca responsabile dovrebbe sostenere che queste somme sono rischi marginali per il suo capitale o per i contribuenti. Questi crediti corrispondono anche al 43 per cento del PIL Tedesco, che ora è intorno a 2.570 miliardi di euro. Con la Grecia a dimostrazione che tutto questo finanziamento è profondamente rischioso, il sistema euro apparirà molto più fragile e pericoloso ai contribuenti e agli investitori.

Jacek Rostowski, il Ministro delle Finanze Polacco, ha recentemente avvertito che la calamità di un default Greco è suscettibile di provocare una fuga da banche e debito sovrano in tutta la periferia, e che - per evitare una sciagura più grande - tutti i paesi membri restanti devono essere provvisti di un finanziamento illimitato per almeno 18 mesi. Mr. Rostowski esprime la preoccupazione, tuttavia, che la BCE non sia pronta a fornire un firewall di questo genere, e che nessun altro soggetto ha la capacità, la legittimità, o la volontà di farlo.

Siamo d'accordo: una volta che la gente si accorge che la BCE sui suoi libri ha già una grande quantità di rischio di credito, sembra molto improbabile che la BCE potrebbe iniziare a fornire fondi illimitati a tutti gli altri governi che si trovino sotto la pressione del mercato obbligazionario. La traiettoria Greca di austerità-default è probabile che si ripeta altrove - quindi perché i Tedeschi dovrebbero acconsentire a che la BCE improvvisamente raddoppi o quadruplichi i prestiti a tutti gli altri?

Lo scenario più probabile è che la BCE con esitazione e riluttanza fornisca fondi ad altri paesi – secondo un modello di sostegno a singhiozzo - e che semplicemente non saranno sufficiente a stabilizzare la situazione. Dopo aver visto la distruzione di un'uscita Greca, e sapendo che sia la BCE che i contribuenti Tedeschi non tollereranno un numero illimitato di ulteriori perdite, gli investitori e i depositanti risponderanno con la fuga dalle banche degli altri paesi periferici ed evitando investimenti e spese.

La fuga di capitali potrebbe durare per mesi, lasciando le banche della periferia a corto di liquidità e costringendole a contrarre il credito - portando le loro economie verso la più profonda recessione e mandando in collera gli elettori. Anche se la BCE si rifiuta di fornire grandi quantità di finanziamenti visibili, i meccanismi automatici del sistema dei pagamenti Europeo farà sì che la fuga di capitali dalla Spagna e dall'Italia verso le banche Tedesche si trasformerà de facto in sempre maggiori prestiti dalla Bundesbank alla Banca d'Italia e al Banco de Espana, in sostanza agli stati Italiano e Spagnolo. I contribuenti Tedeschi cominceranno a comprendere questo schema e avranno paura di ulteriori perdite.

La fine del sistema dell'euro sembra che sarà così. La periferia soffre sempre più profonde recessioni - non riuscendo a rispettare gli obiettivi fissati dalla troika - e il peso del loro debito pubblico diventerà ovviamente più insostenibile. L'euro si deprezzerà notevolmente rispetto alle altre valute, ma non in un modo che possa rendere l'Europa più attraente come luogo per gli investimenti.

Invece, ci sarà la consapevolezza che la BCE ha perso il controllo della politica monetaria, è stata costretta a creare crediti per finanziare la fuga di capitali e sostenere i sovrani in difficoltà - e che tali crediti potrebbero non essere rimborsati in pieno. Il mondo non considererà più l'euro come moneta sicura, investitori eviteranno i titoli emessi da tutta l'area, e anche la Germania potrebbe avere problemi di emissione del debito a tassi di interesse ragionevoli. Infine, i contribuenti Tedeschi dovranno sopportare un'inflazione inaccettabile e un conto che sembrerà diventare incontrollabile per salvare i loro partners dell'euro.

La soluzione più semplice sarà che la Germania stessa lasci l'euro, costringendo le altre nazioni ad affrettarsi per seguirne l'esempio. Il senso di colpa della Germania per i conflitti del passato e la paura di perdere i benefici di 60 anni di integrazione Europea senza dubbio potranno rimandare l'inevitabile. Ma qui è il problema di rimandare l'inevitabile - quando la diga finalmente si rompe, le conseguenze saranno molto più devastanti dal momento che i debiti saranno maggiori e l'antagonismo più intenso.

Una rottura disordinata dell'area dell'euro sarà molto più dannosa per i mercati finanziari globali della crisi del 2008. Nell'autunno 2008, la decisione era se e come i governi avrebbero dovuto fornire un sostegno alle grandi banche e ai creditori delle banche. Ora, alcuni governi Europei devono essi stessi affrontare l'insolvenza. L'economia Europea equivale a quasi 1/3 del PIL mondiale. Il debito sovrano totale in essere ammonta a circa 11.000 miliardi di dollari, di cui almeno 4.000 miliardi devono essere considerati come a rischio di ristrutturazione a breve termine.

I ricchi mercati Europei dei capitali e il sistema bancario, compreso il mercato di 185.000 miliardi di dollari in contratti derivati in essere denominati in euro, saranno in fermento e ci sarà una grande fuga di capitali fuori dall'Europa verso gli Stati Uniti e l'Asia. Chi può essere sicuro che le nostre megabanche globali siano realmente in grado di sopportare le probabili perdite? E' quasi certo che un gran numero di pensionati e di famiglie vedranno i loro risparmi direttamente spazzati via, o erosi dall'inflazione. Il potenziale di disordine politico e di disagio umano è sconcertante.

Negli ultimi tre anni i politici Europei hanno promesso di "fare tutto il possibile" per salvare l'euro. E' ormai chiaro che questa promessa va oltre la loro capacità di mantenerla - in quanto richiede misure che sono inaccettabili per i loro elettori. Nessuno sa con certezza quanto tempo potranno ritardare il completo collasso dell'euro, forse mesi o ancora diversi anni, ma ci stiamo muovendo costantemente verso una brutta fine.

Ogni volta che le nazioni vanno in crisi, inizia il gioco della colpa. Alcuni nella leadership Europea e del FMI stanno già cercando di coprire le loro tracce, intendendo che la corruzione e quei "Greci che non pagano le tasse" hanno portato tutto al fallimento. E' sbagliato: il sistema euro sta generando disoccupazione e crisi profonde in Irlanda, Italia, Grecia, Portogallo e Spagna. Nonostante i programmi di aggiustamento sponsorizzati dalla Troika, nella periferia la situazione continua a peggiorare. Non possiamo incolpare di tutto questo i politici Greci corrotti.

E' tempo che i funzionari Europei e del FMI, con il sostegno degli Stati Uniti e di altri, si mettano a lavorare su come smantellare l'area dell'euro. Anche se nessuno scioglimento sarà mai veramente ordinato, ci sono mezzi per ridurre il caos. Molte questioni tecniche, legali e finanziarie potrebbero essere risolto in anticipo. Abbiamo bisogno di piani per gestirlo: l'introduzione di nuove valute, molteplici default sovrani, la ricapitalizzazione delle banche e dei gruppi assicurativi, e distribuire le attività e le passività del sistema euro. Alcuni paesi avranno presto bisogno di riserve in valuta estera per sostenere loro nuove valute. La cosa più importante, l'Europa deve recuperare i suoi grandi successi, tra cui il libero scambio e la mobilità del lavoro in tutto il continente, mentre cerca di districarsi da questo errore colossale della moneta unica.

Purtroppo per tutti noi, i nostri politici si rifiutano di farlo - odiano ammettere gli errori e le incompetenze del passato, e in ogni caso, il compito di coordinare diciassette paesi in disaccordo nella fase calante di questo regime monetario è, forse, irraggiungibile.

Dimenticatevi di un salvataggio del G20, del G8, del G7, di un nuovo Tesoro dell'Unione Europea, dell'emissione di eurobonds, di un grande schema di mutualizzazione del debito su larga scala, o di qualsiasi altra favola. Siamo da soli