15 febbraio, 2012

L'odore di una guerra civile alle porte

E' già nell'aria, si può ignorare quanto si vuole, ma girando nelle città italiane e guardando le facce dei nostri concittadini si possono leggere tristezza, disperazione e rassegnazione.
Nessuno è più felice! Se non qualche ragazzino ingenuo ignaro del suo futuro.
E' ormai qualche anno che sta andando avanti questo stato d'animo e ogni cattiva notizia fa crescere questa frustrazione e smarrimento sul nostro futuro, non sappiamo più cosa fare, sta crollando la società moderna su cui avevamo fondati i nostri valori patetici.
Ora siamo stufi di sentirci cosi, stiamo capendo che il futuro dipende esclusivamente da noi, stiamo alzando il velo dell'inganno, ci stiamo rendendo conto cosa sono le banche, cos'è l'europa e chi c'è al nostro governo.
Un risveglio è in atto e una guerra civile è alle porte.
E' già iniziata in Romania, di cui i telegiornali non parlanoe sta iniziando in Grecia.
Quando tutti gli italiani capiranno che Monti non è qui per salvare l'Italia ma per dare i nostri ultimi risparmi alle banche  prima di un default calcolato già tempo, nessuno vorrà più lavorare (chi ancora lavora), tutti si fermeranno tranne chi non vuole perdere la sua posizione sociale fittizia (gli egoisti e gli ignoranti) e la gente stanca si riverserà in strada. Ormai ci sono sempre più persone che non hanno più niente da perdere, non c'è futuro, non c'è prosperità, alzarsi alla mattina tutti i giorni comincia non avere più senso.
Per aumentare la consapevolezza di cos'è l'europa e come funziona il nostro mondo guardatevi questo breve video:


Questo è ciò che ci attende in questi mesi, saranno fatti ricatti simili alla Grecia per Italia, Spagna e Portogallo, gli anelli deboli dell'europa, e cosi via.
Anelli deboli di cosa poi? Di questi debiti scritti con un computer? Non stiamo parlando di cose reali, non abbiamo debiti di economia reale sia chiaro.

Chi oggi ha 20-30-40 anni non avrà mai la pensione. Non perdete tempo a fare calcoli inutili e non sedetevi a sperare, l'obiettivo è questo. 

Il grande disegno è questo, nascere, andare a scuola per imparare le loro regole, poi andare a lavorare seguendo le regole che hai imparato (per rimanere nel sistema) e poi quando hai dato il tuo contributo, morire.
Ora si sta saltando la fase del lavoro e si passa alla sofferenza e smarrimento per poi morire.

I pensionati sono un fenomeno destinato ad istinguersi presto.
Le pensioni sono un sistema che hanno avuto inizio poco tempo fa, un progetto che ora deve essere eliminato.


Scordiamoci quello che abbiamo finora imparato sulla nostra società, perchè tutto sta cambiano e molto in fretta.
I nostri genitori non riescono a stare dietro a ciò che sta avvenendo e molte persone vivono in una bolla di sapone.

Che differenza c'è tra uno schiavo del 1500 a cui il padrone da cibo e alloggio dal nostro stato sociale attuale?
Noi lavoriamo con un stipendio che a malapena è in grado di farci mangiare e avere un alloggio in cui vivere.
Non è la stessa cosa? Se è no, poco ci manca.
Siamo già schiavi e non ce ne rendiamo conto, solo perchè possediamo degli oggetti inutili che ci fanno sentire nel benessere, niente di più ridicolo e fuorviante.

Vi continua andare bene tutto questo?
Di sicuro la società com'è fatta oggi non ci mancherà.


La prigione è il sistema socio-politico-economico-finanziario.

Le mura del carcere, le celle e le sbarre, sono fatti di consumismo, competizione, egoismo, sfruttamento e individualismo. In una parola: “materialismo”.
Il 90% della popolazione mondiale è imprigionata fra quelle mura ed è tenuta in quella situazione di cattività dal 10% di individui che sono i carcerieri, e che detengono l’85% della ricchezza del pianeta.
Il paradosso è che la gente incarcerata crede di essere libera e si scontra contro quelli che sono nella stessa prigione, nell’illusione di ritagliarsi uno spazio proprio, un piccolo recinto di pseudo-potere. Ma non sa che quello spazio ottenuto a discapito dell’altro è solo una briciola nel cortile dell’ora d’aria all’interno del carcere.

Rivendicazioni operaie o di categoria, proteste e proposte di aggiustamento della condizione di lavoro ed esistenziale fanno parte di quello sforzo, ma sono tutte mirate solo a stare un pò meglio in prigione. Ciò è comprensibile poiché è l’effetto dell’istintivo spirito di adattamento di ogni essere umano che, anche in gruppo organizzato, cerca di ottenere miglioramenti della condizione di vita. Ma tutto ciò serve soltanto a mantenere lo stato di schiavitù, l’un contro l’altro, in una guerra tra poveri o prigionieri.

Quello a cui stiamo assistendo in questo periodo, non solo a livello nazionale, bensì mondiale, è l’apparente sforzo di attutire gli effetti dello squilibrio economico-finanziario per salvare il sistema (di imprigionamento) mediante un sacrificio di massa. È come se ai carcerati fosse imposto di rinunciare all’ora d’aria e ai pasti per sostenere l’apparato carcerario che li imprigiona. In realtà la dinamica che è in atto mira a compiere un ennesimo giro di vite per restringere la libertà e l’attività dei popoli….
Vista dalla prospettiva dei carcerieri è una precisa operazione per prosciugare quel poco di dignità e sostentamento che ancora anima i prigionieri. Vista dalla prospettiva dei pochi che si sono liberati è un criminale piano di annientamento del potere creativo dell’umanità, ottenuto mediante l’abbrutimento e la barbarie.

Ma, chi sono i “carcerieri” e chi sono i “liberi”?

I carcerieri sono, senza alcun dubbio, quelli che hanno progettato il piano di costrizione e costruito il carcere fondato su un sistema di controllo, camuffato da apparente benessere, denominato “scambio di ricchezza”. Ciò che, in realtà, viene scambiata non è la ricchezza ma la scarsità. Una scarsità sapientemente mantenuta un poco al di sopra del livello di guardia, quel tanto da consentire una perenne lotta di sopravvivenza tra i carcerati senza provocarne la rivolta.
Carceriere è il sistema bancario, quello che ha stabilito che lo scambio è attuato mediante il denaro che esso stesso immette e centellina. Quel sistema che, sul debito, ha creato l’impero di potere per cui, impoverendo le masse, le controlla.

Ora la domanda sorge spontanea: perché l’umanità carcerata sacrifica la propria dignità nell’illusione di ottenere un miglioramento di condizione che, se avverrà, sarà comunque, all’interno del carcere?
Perché non mette a frutto le poche risorse che le restano per progettare un piano di fuga, di liberazione di massa? Non sarebbe più logico, proficuo ed evolutivo?

A questo punto occorre introdurre i “liberi”.

I “liberi” sono ex carcerati che hanno elaborato un piano di evasione e, individualmente, sono fuggiti dal carcere. Per compiere tutto il percorso hanno dovuto prima risvegliarsi e divenire coscienti della condizione di prigionia, poi intravedere oltre le sbarre la vera realtà, quella al di là della sofferenza e della schiavitù di tutte le forme di seduzione materiale.
Una volta evasi hanno progettato un “piano di fuga” per poter poi vivere in una terra di nessuno, ai margini del sistema (carcere).

Loro sono finalmente liberi e coscienti che quella libertà non è fine a se stessa, ma necessaria al piano di liberazione di massa, affinché quella terra di nessuno diventi la Nuova Terra per gli uomini di buona volontà. I liberi sono, così, non solo i testimoni del fatto che liberarsi è possibile, ma anche i pionieri che aiuteranno tutti gli altri prigionieri a farlo. Sono loro a conoscere la via di liberazione perché l’hanno costruita con le loro mani e hanno elaborato un piano infallibile.
Si sono riuniti e, anche se agiscono apparentemente sparsi, hanno deciso di infiltrarsi di nuovo nel carcere (avendo sempre disponibile la via di fuga), e, all’interno di esso, istruire i prigionieri, loro fratelli, in modo da attrezzarli non per compiere la fuga, ma per demolire il carcere stesso.

Gli strumenti di liberazione sono quelli indicati dalla propria consapevolezza, buon senso e autonomia di pensiero.

1) Primo fra tutti non cadere nel tranello della tentazione. I prigionieri, infatti, sono costantemente tentati dalle seducenti forme che i carcerieri proiettano sull’illusorio schermo del cinema carcerario. Immagini di benessere, opulenza, prestigio, fama, lusso ma, soprattutto, di una infinità di oggetti luccicanti che abbagliano i carcerati come gli specchietti abbagliano le allodole.
La tentazione è la madre di tutte le seduzioni. Mette i prigionieri nella condizione di desiderare sempre qualche cosa di più nell’illusione di migliorare la propria esistenza, mentre, in realtà, li induce a fraintendere il possesso di cose come crescita di sé e del sistema carcere.Ma l’accumulo di cose non è crescita né tantomeno benessere.
La crescita è soprattutto interiore. Crescere dentro, in consapevolezza, significa mutare il comportamento esteriore e scegliere quei pensieri, sentimenti e azioni che produrranno un effetto benefico nelle relazioni umane e, quindi, anche nello scambio di beni.

2) Secondo, non cadere nel trabocchetto della distribuzione della cosiddetta ricchezza.

I carcerieri, dopo aver proiettato il film, lanciano nella mischia gli oggetti luccicanti in modo che i detenuti si accapiglino per possederli. Ma quei poveretti non sanno che quegli oggetti non sono la ricchezza, bensì un pallido riflesso di latta scambiato per oro.
La vera ricchezza è interiore. Un uomo interiormente ricco dei valori dell’onestà, della cooperazione, della fratellanza, non sarà mai povero e non diverrà mai schiavo o prigioniero. Ciò che deve essere distribuito è l’amore per il fratello, per la terra, l’ambiente e la vita tutta. Distribuendo amore si distribuisce la vera ricchezza e si pongono le basi per il regno del benessere e dell’abbondanza.

3) Terzo, non credere alla menzogna della separatività.

Nella prigione ognuno è tenuto separato perché tenda a desiderare qualche cosa solo per sé. Convincendolo che così si distinguerà dagli altri e potrà divenire più importante, più potente, più ricco. Di fatto il carceriere sa che, tenendo isolati i prigionieri, li renderà soli e impotenti. L’essere umano, invece, non è fatto per vivere da solo. Egli ha un ancestrale slancio verso l’aggregazione e l’unione. Sa, nel suo profondo, che “l’unione fa la forza” e che, solo insieme agli altri, può liberare la potenza creativa che è celata dentro di sé come scintilla di quel divino che pervade tutta l’esistenza.

Uniti dalla forza dell’amore incondizionato che si manifesta come perfetta comprensione dell’intima relazione di tutte le creature, gli individui che si riconosceranno in una sola anima, riusciranno a disintegrare le mura, le celle e le sbarre del carcere e, insieme, salvando anche i carcerieri, procederanno liberi da condizionamenti e illusioni per ristabilire il piano di fratellanza.
Coscienti di quel proposito d’amore che ad ogni causa fa corrispondere un appropriato effetto, sapranno costruire, con la giusta causa, una società finalmente in pace. Senza più barriere di classe, di razza e di pensiero edificheranno la civiltà del bene comune e del reciproco aiuto, riconoscendo il valore e la dignità di tutti.

La bomba è stata innescata. L'unità è l'arma più potente da cui non possono proteggersi.


Nessun commento:

Posta un commento