24 marzo, 2012

Il sistema in cui viviamo - Parte 1

1. Il sistema in cui viviamo e i suoi pilastri.
2. La corruzione. 
3. L’istruzione. 
4. Il sistema fiscale. 
5. La giustizia. 
6. La scienza e la medicina. 
7. La letteratura le arti e l’informazione. 
8. Conclusioni.






1. Il sistema in cui viviamo e i suoi pilastri.
Con questo articolo voglio precisare alcune cose sul termine “complottismo” oggi in vigore, e sul sistema in cui viviamo.


Dunque. Complottista secondo la definizione comune è la persona che:
a) pensa che le sorti del pianeta siano rette da poche persone (principalmente i grandi banchieri e le multinazionali);
b) pensa che queste poche persone scatenino guerre e uccidano intere popolazioni.
c) pensa che queste poche persone manipolino l’informazione, l’istruzione, e utilizzino ogni mezzo per tenere le persone inconsapevoli assoggettate.


La prima precisazione da fare è proprio sul termine utilizzato, cioè la parola “complottismo”. Dire “complotto” evoca alla mente l’idea di una gruppo (più o meno grande) di persone che cospirano tra loro per raggiungere i loro scopi. Ovverosia un gruppo di persone consapevoli, che seguono le direttive di un piano prestabilito, di cui conoscono i fini, i mezzi, e i vari passaggi intermedi.
Evoca altresì l’idea dei cittadini, estranei a questo gruppo dominante, assoggettati a loro insaputa.
Infine, implica l’idea che coloro che complottano siano in qualche modo in una posizione di privilegio rispetto a quelli estranei al complotto.
In realtà il sistema massonico in cui viviamo non implica alcun complotto. Non esiste cioè un gruppo di persone che cospira; e queste persone non sono in qualche modo “superiori” nei privilegi che hanno, rispetto a quelle che non complottano.
Esiste invece un “sistema” che ci accompagna dalla culla tomba, e a cui sono tutti assoggettati,
Esso non è stato instaurato da poco ma è il risultato di un processo storico che venne avviato secoli fa, progressivamente e lentamente.
Il processo di instaurazione lo abbiamo descritto nell’articolo “storia della massoneria dal 1200 ai nostri giorni”.
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/09/antecedenti-storici-e-culturali-del.html


Inoltre la maggior parte delle persone, anche quelle che fanno parte dell’elite al potere, sono inconsapevoli della reale portata del sistema, e del loro ruolo all’interno di esso. E ne sono schiavi non meno delle persone che ad esso sono sottoposte.
Per capire la differenza tra il concetto di complotto e quello di “sistema” è utile un parallelo con le varie mafie.
Non esiste un complotto di Cosa Nostra per dominare la Sicilia, come non esiste un complotto della camorra per dominare la Campania. Esiste invece un “sistema” che si è instaurato nei secoli, e in cui ogni persona viene inserita con un suo ruolo ben preciso. Non a caso la camorra, viene chiamata dagli stessi camorristi “il sistema”, distinguendosi il sistema di Secondigliano, il sistema di Casal principe, ecc…
Allo stesso modo, se è vero che la massoneria è la potenza che ha modellato la storia di questi ultimi secoli in Europa e negli USA, allora non abbiamo alcun complotto.


L’altra cosa da puntualizzare è che questo “sistema” non è affatto occulto. E’ palese, sotto gli occhi di tutti, ma ci siamo abituati fin dalla nascita, e dunque lo sentiamo come normale.
Se non lo vediamo è quindi unicamente in virtù di quella regola per cui il modo migliore di nascondere una cosa è metterla davanti agli occhi di tutti.


Il sistema è fatto dei seguenti passaggi obbligati:


2. La corruzione
La corruzione deve essere estesa a ogni livello. E’ sotto gli occhi di tutti che non c’è una reale volontà politica di lottare contro la corruzione. Non solo perché le pene per questo reato (e altri ad esso affini, come l’abuso di ufficio) sono sempre minori e tendono sempre più alla prescrizione, ma perché negli ultimi decenni la corruzione anziché diminuire è aumentata, fino ad arrivare al paradosso che oramai quasi tutti i politici hanno commesso una marea di reati conclamati, dal nostro Presidente del Consiglio all’ultimo degli amministratori comunali. E rari sono i personaggi, tranne Grillo, Travaglio e pochi altri, che denunciano l’assurda contraddizione di un parlamento ove siedono decine di politici condannati per reati vari. Addirittura ce ne era qualcuno condannato in via definitiva per omicidio, come D’Elia.
Questo della corruzione diffusa è il primo presupposto del sistema in cui viviamo, assolutamente fondamentale per poter attuare i punti successivi.
Assicura infatti funzionari incapaci e politici ignoranti e garantisce che alle cariche pubbliche accedano solo persone ricattabili.
Assicura cioè che la persona, sapendo di aver avuto accesso a quella carica, o quel lavoro, solo per raccomandazioni, si terrà stretto quel posto, e farà qualsiasi cosa, anche illecita, pur di mantenere la sua posizione.
Il fatto che nella pubblica amministrazione i funzionari non vengano scelti per merito ovviamente provoca un abbattimento della qualità dei servizi complessivi. E il meccanismo di arruolamento, basato su raccomandazioni e favori vari, fa si che la maggior parte degli impiegati pubblici sia sottomessa al potere costituito (nella forma del superiore, o del referente politico che gli garantisce il posto).
Il meccanismo psicologico è il seguente: io, dipendente, so di essere stato messo in quel determinato posto per raccomandazioni.
Di conseguenza sarò grato a chi mi ha dato il posto, e allo stesso tempo sarò psicologicamente più incline ad essere ricattato e ricattabile, perché non ho fiducia nelle mie capacità di trovare un lavoro autonomamente.
In pratica, il fatto di essere costretti a trovare lavoro per favori conoscenze o raccomandazioni, ha un effetto distruttivo sulla psicologia del singolo, che è nelle mani del “sistema” cui si affida completamente, temendo altrimenti di rimanere senza lavoro.
Dal punto di vista dei politici di rango nazionale, un sistema in cui essi siano corrotti e incapaci, assicura che i reali problemi del paese non verranno mai risolti perché essi non saranno in grado di vedere né il problema né la soluzione.
Per convincersi di ciò è sufficiente vedere il livello intellettuale e la profondità di pensiero dei governanti attuali, più o meno pari a quello di una velina leggermente acculturata; essi vengono scelti in base a qualità che sono completamente opposte rispetto a quelle che dovrebbe avere una persona al comando della società. Chi comanda dovrebbe essere non solo onesto, ma intelligente, con qualità superiori alla media e un curriculum (anche culturale) di primo livello. Invece la maggior parte dei politici al potere non sa neanche cosa è la Consob, e probabilmente pensa che il signoraggio sia una marca di formaggio.


Ecco perché al Ministero di Grazia e Giustizia possono sedere ingegneri, come Castelli, o laureati in filosofia, come Mastella. Oppure al ministero della salute possano sedere dei laureati in giurisprudenza, come Sacconi, che per giunta dopo qualche mese cambieranno anche ministero, assicurando così un continuo ricambio di incapaci. Insomma… un sistema che funziona al contrario.
Chi dovrebbe risolvere, ad esempio, il problema della privatizzazione della Banca d’Italia? Borghezio, Bossi, Vito, Gelmini, Schifani, D’Elia?


3. L’istruzione
Il livello di istruzione deve essere il più basso possibile. E’ sotto gli occhi di tutti che la scuole in questi ultimi decenni sono peggiorate sempre più. All’università i professori vengono scelti non per meriti ma per cooptazione. I docenti delle scuole inferiori sono assunti senza un controllo severo né sulla loro preparazione né sulla loro capacità didattica. I corsi di formazione e di aggiornamento sono in genere di scarsa qualità e del resto nulla e nessuno assicura che i formatori siano più bravi di coloro che devono essere formati.
Tutto questo non a caso era nel programma della P2.
Un basso livello di istruzione garantisce infatti una minora possibilità di risveglio spirituale. Garantisce una minora capacità critica. E rende il cammino personale del singolo individuo molto più difficile.
E’ quindi indispensabile che la scuola non formi realmente le menti dei giovani; e che i formatori siano persone passive sottomessi al sistema.
E’ indispensabile altresì che la storia venga studiata come un serie di eventi casuali, o provocati da fatti demenziali; la prima guerra mondiale si scatena perché un idiota spara all’arciduca Ferdinando; la seconda guerra mondiale si scatena perché Hitler era un genio del male e i governanti dei paesi limitrofi non si erano accorti che voleva scatenare una guerra mondiale. La bomba su Hiroschima venne buttata per far finire la guerra, ecc…
Si occulta quindi la verità degli eventi per non far capire il disegno complessivo di essi.


4. Il sistema fiscale
Il sistema di tassazione deve essere vessatorio e non ci sarà mai un governo che ridurrà le tasse veramente. I soldi, infatti, in realtà ci sono, ma vengono dispersi decuplicando il costo delle opere pubbliche, finanziando società inesistenti grazie all’aiuto della CE, creando fondi neri, spendendo miliardi di euro per una sanità malata.
Il vero scopo del sistema di tassazione attuale, però, non è quello di reperire fondi da spartire tra le elite (ne hanno già a sufficienza senza dover rubare anche pochi spiccioli al cittadino comune) ma quello di costringere il cittadino a non alzare mai la testa; lo scopo è cioè quello di farlo lavorare dodici ore al giorno per sopravvivere. Se non avrà troppo tempo libero, non avrà tempo per riflettere, informarsi e svegliarsi.
Ecco quindi che appena il livello economico della popolazione inizia ad innalzarsi, sopravviene una nuova crisi economica, una nuova necessità finanziaria per cui lo stato chiede nuovi sacrifici…
Quello che non ci dicono mai, infatti, è che il 99 per cento dei nostri soldi va allo stato, e quindi non è con un aumento delle tasse che migliorano le condizioni di vita generali, né è in questo modo che lo stato si procura una maggiore disponibilità di risorse. Le tasse infatti non sono il 40 o il 50 per cento, a seconda dell’aliquota. Le tasse coprono invece quasi il 100 per cento dei guadagni dei cittadini.
Se sembra assurdo, proviamo a fare questo ragionamento
Se un cittadino guadagna 1000 euro, 300 le da immediatamente allo stato. Ne rimangono 700 che può spendere come vuole.
Queste 700 verranno usate per acquistare dei beni, quindi verranno date ad altri cittadini.
Questi cittadini, su queste 700 euro, pagheranno un altro 30 per cento di tasse, quindi ne rimarranno 490. Che verranno utilizzate per acquistare altri beni da altri cittadini che pagheranno altre tasse.
Aggiungiamo che ogni bene è gravato da IVA. Cioè un’imposta all’origine che grava i beni di ulteriori carichi fiscali.
Facciamo un esempio con una parcella emessa da un professionista (medico, avvocato, notaio, ecc..).
Lo stato ti dice che la tua aliquota è del 50 per cento. Ma è falso. Perché quando io faccio una fattura da 1000 euro, il 50 per cento va in tasse, ma il 20 per cento è l’Iva, a cui si aggiunge l’IRAP (circa il 4 o il 5 per cento) e la Cassa (che per noi avvocati è il 10 per cento). Il che significa che di quelle 1000 euro ce ne rimangono in tasca 200 o 300 circa.
Quindi in merito al problema delle tasse sono due le balle che ci raccontano: 1) è falso che il prelievo fiscale, sia del 30, 40 o 50. Il prelievo (quando si calcola Iva, imposte locali e casse) è comunque dal 70 all’80 per cento, a seconda delle aliquote.
Quando il cittadino acquista un bene, lo acquista comunque giù gravato da Iva (che, ricordiamolo, fino a qualche anno fa per certi beni era il 40 per cento).
E ciò che va allo stato è molto di più anche di quell’ottanta. E’ una somma molto vicina al 100 per cento.
In pratica tutto ciò che produciamo finisce nelle tasche dello stato, tranne quel poco che uno riesce a risparmiare e mettere da parte senza farne alcun uso. In sostanza: solo i soldi non utilizzati rimangono a noi e non vanno allo stato. Quelli messi in circolazione prima o poi finiscono nelle casse statali.
Insomma, quando lo stato aumenta quindi le tasse del 2 per cento, non incassa realmente quel 2 per cento.
Perché il cittadino, guadagnando il due per cento in meno, acquisterà meno beni, e quindi il risultato è un’entrata da una parte, ma un’uscita dall’altra.
Ne consegue che quello che ci raccontano, sulla necessità di aumentare le tasse per far entrare più soldi nelle tasche dello stato, è una balla colossale.
Allo stato va già quasi tutto. L’aumento dell’imposizione fiscale serve unicamente per vessare il cittadino affinché non possa mai godere una vita di reale benessere.


5. La giustizia
I tribunali sono inefficienti. Le cancellerie sono sovraccariche di lavoro. I tempi medi dei processi sono esasperanti e, salvo alcune eccezioni (come il processo del lavoro, o alcuni procedimenti davanti a quei pochi giudici di pace competenti) al cittadino non è assicurata alcune giustizia reale.
Che la giustizia penale non funzioni lo dimostrano le decine di stragi che hanno insanguinato il nostro paese per decenni, che sono rimaste TUTTE impunite; segno che esiste un potere talmente forte da condizionare sempre la magistratura, ogni qual volta ci sarebbe da scoprire veramente le cause dei fatti.
Per la giustizia civile è sufficiente chiedere ad un amico o un parente che ha avuto una causa civile, quali sono stati i tempi (e i risultati) di tale causa.
Ora, per risolvere i problemi della giustizia basterebbero pochissime regole.
In diritto penale basterebbe interrompere la prescrizione con l’inizio del processo, per risolvere magicamente il 50 per cento e oltre dei problemi.
In diritto civile sarebbe sufficiente che le cause fossero discusse oralmente e tendenzialmente in un’unica udienza come nel processo americano.
Invece il parlamento continua ad emanare modifiche, leggi, codici e codicilli, affinché la giustizia non funzioni e anzi, il sistema si complichi sempre più.
Questo per vari motivi. Anzitutto perché quando la giustizia non funziona entrano in gioco i meccanismi alternativi ai tribunali.
Il cittadino è portato a risolvere le sue controversie raccomandandosi al politico, alla persona potente, al capomafia, oppure rinunciando alla causa. Il degrado della giustizia cioè aumenta in proporzione la potenza dei politici, dei capimafia, ovverosia di tutte quelle persone che NON dovrebbero avere questo potere.
I potenti invece saranno spinti ad iscriversi in massoneria e risolvere le loro controversie con i tribunali massonici, che hanno quindi una potenza e un’importanza inversamente proporzionale alla potenza e all’importanza dei tribunali statali.
Quindi la verità è che giustizia non può e non deve essere efficiente perché se per miracolo essa funzionasse veramente in pochi anni avremmo uno stato quasi perfetto.


6. La Scienza e la medicina
La storia della scienza è la storia delle memorabili cazzate sparate dagli scienziati con assoluta certezza di essere nel giusto.
E’ una storia costellata di errori, costellata di scoperte sensazionali e definitive che poi sono state smentite negli anni successivi, di persone uccise o perseguitate in nome della scienza per poi scoprire che dicevano la verità.
Eppure il capolavoro della massoneria è la scienza, e in particolare quell’atteggiamento verso la scienza che la rende una religione.
L’età dei lumi si chiamò così, ufficialmente, perché era l’età della scienza, e dei lumi della ragione che prevalevano sulla irrazionalità. Ma in realtà si chiamò così perché fu l’era del definitivo trionfo degli illuminati, che imposero una scienza ottusa, a fronte delle loro conoscenze molto più vaste.
Imposero cioè una situazione che fece dire a Paracelso che “la scienza e la razionalità sono una grande follia collettiva, lì dove l’esoterismo è una grande conoscenza segreta”.
Incuranti del fatto che la scienza periodicamente smentisce se stessa con nuove scoperte; incuranti del fatto che molte scienze sono contraddittorie già al loro interno (come la fisica e la fisica quantistica che dicono cose per certi versi opposti); incuranti del fatto che la scienza della medicina non sia riuscita a guarire dai mali e compaiano continuamente nuove malattie; incuranti del fatto che non abbiamo capito tutto della nostra madre terra, e ancor meno dell’universo attorno a noi, e quindi fare della scienza una religione è come assumere a proprio Guru un bambino handicappato; molte persone pontificano in nome della scienza, dichiarando follia tutto ciò che è irrazionale, e approvando tutto ciò che è “scientifico”.
Il pensiero corre al Cicap... Nel loro sito si legge: "il nostro scopo è promuovere un'indagine scientifica e critica sul paranormale".
Ovverosia: la scienza (con i suoi continui fallimenti), vorrebbe promuovere un'indagine scientifica e critica sul paranormale (cioè su qualcosa che esula dal suo campo di indagine; la scienza infatti è per definizione razionale, il paranormale no).
Leggiamola in altro modo: la scienza, con la storia dei suoi fallimenti (cioè una branca della conoscenza che non riesce neanche a prevedere con precisione che tempo farà), vorrebbe promuovere un'indagine su un'altra scienza che esiste da millenni, e che è perlopiù insondabile e inconoscibile anche a se stessa.
In altre parole: l'ignoranza viene eretta a sistema e religione. L'ignoranza che si arroga il diritto di controllare e verificare cose che non vengono controllate e verificate neanche dagli esoteristi stessi, essendo la conoscenza esoterica e paranormale, per definizione, nascosta e trasmessa solo agli iniziati.
Più o meno è come se il Papa promuovesse un'indagine critica e obiettiva sulla religione buddista o musulmana.
Ci sarebbe da domandarsi come avrebbe reagito il Cicap se avesse incontrato Gesù, o Budda o Maometto; dal momento che queste persone, che hanno cambiato il mondo più di ogni altra, facevano miracoli, e quindi erano in senso lato esoteristi e producevano fenomeni paranormali, chissà quale sarebbe stato il verdetto alla luce delle loro indagini "scientifiche e critiche".


Anche la medicina non deve funzionare realmente. Non deve curare i malati, ma crearli.
E’ fuori discussione che la medicina ha fatto progressi enormi in questi ultimi secoli. Ma è anche fuori discussione che molte scoperte importanti vengono taciute; come è fuori discussione che la medicina ufficiale ha fatto e sta facendo di tutto per il mettere il bavaglio agli operatori naturopati e alle varie discipline “alternative” come lo Shiatsu, l’agopuntura, la kinesiologia, ecc… Alcune erbe importanti per la cura di determinate malattia sono state vietate perchè facevano concorrenza ai farmaci ufficiali (come l’iperico contro la depressione).
Contemporaneamente le ditte alimentari immettono sul mercato prodotti sempre più sofisticati e nocivi.
Il tutto con il deliberato proposito di abbassare la vitalità della popolazione, e rintronarla di farmaci.
Questo perchè delle persone meno efficienti a causa di un’alimentazione squilibrata e di farmaci che hanno numerose controindicazioni, assicurano una cittadinanza mediamente meno reattiva e meno incline al risveglio.
Una popolazione cioè più controllabile dal sistema.
Punta di diamante della medicina è la psichiatria, uno strumento di controllo sociale eccezionale. Dal momento che la psichiatria si arroga il diritto di definire chi è normale e chi è pazzo, ecco che per la psichiatria è squilibrato chi vede rose rosse dappertutto, chi crede alle scie chimiche, chi pensa che la maggior parte degli omicidi in Italia abbiano un filo rosso che li unisce. Normali invece sono Bruno Vespa, Emilio Fede, Giuliano Ferrara, Vittorio Sgarbi, Mario Borghezio…
Per sapere quali sono i parametri di normalità ci si affida ad una scienza che, secondi gli schemi ufficiali, inquadrerebbe Gesù, Madre Teresa di Calcutta, Budda, tra le persone con squilibri narcisistici della personalità. Addirittura Budda e Gesù, poi, con la loro “deriva mistica” potrebbero essere classificati come narcisisti schizofrenici. Anche il Dalai Lama probabilmente verrebbe definito uno squilibrato con problemi nella sfera affettiva, e con disturbi di personalità (si sa infatti che il manifestare la propria rabbia è un segno di equilibrio per la psicologia; per questo è sufficiente leggere classici della psicologia come La danza della rabbia, Le brave ragazze vanno in paradiso e le cattive vanno dappertutto, ecc..; di conseguenza il Dalai Lama, che non si arrabbia mai, data anche la sua propensione all’ascolto, e dato il distacco dalle emozioni che dimostra, sarebbe classificabile come “una personalità con tratti di narcisismo primario e secondario, schizoide empatica”).


7. Le arti, la letteratura e l’informazione
Ultimo e più importante baluardo del sistema è quello delle arti, della letteratura, e dell’informazione. Questo è il filtro che serve per non far sapere al cittadino come realmente stanno le cose. Viene presentata una realtà all’acqua di rose, dove ciascuno ha la percezione che molte cose non funzionino, ma che, in fondo, tante siano regolari.
Dal punto di vista dell’informazione la mafia viene presentata come un cancro molto potente e in continua espansione, ma la continua denuncia che viene fatta sui media nazionali ce la fanno apparire quasi come un fenomeno da combattere. Invece non ci dicono che oramai Cosa Nostra, Camorra e Ndrangheta controllano tutte le città dal nord al sud.
Il periodico scoppiare di scandali, di “questioni morali” ecc.., dà al cittadino la percezione che, in fondo, molti politici sono “onesti” e anche se la corruzione è diffusa, tuttavia si può sempre contare su un substrato di politici e amministratori irreprensibili. La verità è che in questi ultimi decenni i politici onesti sono scomparsi quasi del tutto e i pochi rimasti sono degli ingenui messi totalmente in condizioni di impotenza.
Come abbiamo spesso detto e ripetuto nel corso di numerosi articoli, le notizie più importanti e i temi più importanti non vengono trattati: massoneria, sistema bancario, scie chimiche…
Le arti e la letteratura forniscono questo apparato di un robusto contorno di informazioni depistanti. I romanzi ove la storia viene presentata come un percorso voluto da poche persone sono pochissimi e quei pochissimi tacciono moltissime cose.
Nessun romanzo ha mai ipotizzato che dietro a tutti i delitti di rilievo mediatico ci sia un’unica organizzazione.
Chi ci ha provato, come Dan Brown, alla fine si rimangia la premessa facendo apparire il tutto come uno scherzo, una funzione, in cui si è portati a credere che l’autore sia dotato di una fervida fantasia, mentre la verità è che egli ha descritto una minima parte della realtà.
I romanzi che dicono la verità sono poco venduti e relegati in circuiti minori (vedi: Il tempo della Fine e Gemoetria del male di Sigismondo Panvini).
I romanzi e i film fanno vedere una realtà dove la mafia è collusa con UN solo politico, come succede in quella fiction bugia come la Piovra. Ma non dicono (e se lo facessero verrebbero censurati) che la mafia è collusa con l’80 per cento del parlamento e sono decine i politici che hanno regolari rapporti con la mafia.
Coloro che provano a veicolare dei messaggi alternativi nelle loro opere vengono uccisi o fatti fuori dal sistema. Abbiamo detto della fine che fece Orson Welles dopo quarto potere, Antoine de Saint Exuspery dopo aver scritto il Piccolo Principe, Kubrick dopo aver scritto Eyes Wide Shuts, Rino Gaetano De Andrè, ecc…


8. Conclusioni
Riassumendo il sistema è il seguente e si basa su due punti cardine:
1) corruzione e illegalità = funzionari e politici incapaci = impossibilità di risolvere qualsiasi problema reale = possibilità di accedere al sistema solo per chi vi si adegua = controllo totale delle persone, siano essi cittadini o politici.


2) Istruzione carente e manipolazione dell’informazione = impossibilità di capire che siamo presi in giro quotidianamente.


3) Per evitare ribellioni e risvegli di coscienza si bombardano i cittadini di cibi scadenti, scie chimiche, medicinali dannosi, al fine di diminuirne ulteriormente lo stato vitale.


Insomma. Non esiste alcun complotto, ma esiste solo un sistema, che è quello in cui viviamo e che è sotto gli occhi di tutti.
A questo sistema siamo tutti assuefatti, tanto che lo riteniamo normale. Solo dopo una certa età, quando magari si sono toccate con mano certe realtà, si aprono gli occhi e si capisce l’assurdità di questo meccanismo.
Aprire gli occhi ovviamente non è semplice, quando fin da piccoli ti spiegano che questo è un sistema giusto. Studi sui libri che il sistema va bene così come è, salvo qualche piccola imperfezione qua e là che viene presentata come un’eccezione alla regola.
Quando ti fai troppe domande ti rispondono che il sistema è questo ed è meglio adeguarsi.
E anche quando capisci veramente il sistema spesso non si ha la forza di reagire perché non si sa neanche da dove cominciare.
Solo di recente siti come Disinformazione, Luogocomune, Comedonchisciotte, Antonella Randazzo, Maurizio Blondet o autori come Noam Chomsky, Loretta Napoleoni, David Icke, Patricia Cori, ecc…, hanno iniziato a parlare chiaro e ad informare realmente su ciò che c’è dietro le maschere ufficiali del sistema.
Non a caso il sistema sta reagendo a questo eccesso di informazioni con una controreazione, per cui non si tarderà a limitare l’accesso ad internet, chiudere siti con la scusa che vengono commessi reati, ecc.


Un’ultima precisazione. Questo che abbiamo descritto a prima vista parrebbe un sistema oppressivo solamente per il popolo; sembrerebbe cioè, che a pagare il prezzo di esso siano i soli cittadini.
In realtà tutti sono assoggettati al sistema, compresi coloro che stanno ai vertici della piramide del potere. Lo dimostra la fine che hanno fatto, molto spesso, persone appartenenti alla elite; Edoardo Agnelli, Lady Diana, l’ex presidente della BCE Duisemberg, Mattei, le quali, per non essersi perfettamente allineate al sistema, hanno perso la vita in infarti, incidenti, ecc… Per non parlare di quelle persone come Kennedy, come Papa Luciani, che erano arrivate alle massime cariche possibili per la nostra società, e che sono state assassinate per aver provato a correggere i difetti più evidenti del sistema.
Il “sistema” infatti, prepara con pazienza ogni persona nel suo ruolo, e quando questa devia dalla strada prefissata fa una brutta fine, sia esso un papa, un Presidente, o un rampollo di famiglia nobile.
A maggior ragione quindi, non c’è alcun complotto, ma un “sistema” che merita a pieno titolo tale sostantivo. Chiamarlo sistema dà la misura di come esso sia una specie di gabbia per tutti, per il popolo, ma anche per i cosiddetti “potenti”.
Anzi. Le persone semplici, il popolo, spesso sono più libere dei cosiddetti potenti. Se un cittadino diventa consapevole, ha la scelta tra adeguarsi o combattere, oppure andare a vivere all’estero e ritagliarsi una propria oasi (in Groenlandia, sulle montagne andine, nell’isola di Tonga, o nel deserto… sono pochi i posti dove il sistema in realtà non arriva).
I potenti invece, spesso sono schiavi del loro ruolo più di chiunque altro.
Se Berlusconi oggi decidesse di vivere gli ultimi anni della sua vita in santa pace, ritirandosi su un isola deserta, non potrebbe; perché quel sistema che ha creato il fenomeno “Berlusconi” mettendolo alla guida della nazione, reclamerebbe il conto. E non gli permetterebbe di cambiare strada, perché lo show deve continuare secondo il piano previsto.
Ricordo le parole del Papa Giovanni Paolo II tanti anni fa, che, essendo più giovane, non capii: “se i miei superiori me lo permetteranno…” disse.
Ma quali superiori poteva avere, mi chiesi. Nessuno è superiore al papa.


Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.it 

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